Se si vuole la si può chiamare street photography. Frammenti di tempo raccolti fra un prima e un dopo sconosciuti. La strada, o meglio, i luoghi della vita quotidiana sono una sorta di “brodo primordiale” dove tanti pezzi di realtà si mescolano e si sfiorano in continuazione formando un caleidoscopio sempre mutevole di immagini possibili, combinazione infinita di gesti , volti, luci, ombre, linee, spazi, piani, volumi…
Esserci in mezzo con una fotocamera è una terapia della visione.
If you want, you can call it street photography. Fragments of time collected between an unknown before and after. The road, or rather, the places of everyday life are a sort of “primordial soup” where many pieces of reality mix and touch each other continuously, forming an ever-changing kaleidoscope of possible images, infinite combination of gestures, faces, lights, shadows , lines, spaces, floors, volumes …
Being there in the middle with a camera is a vision therapy.