( Una piccola storia d’ amore )
Passeggiata nel bosco, fin dove gli alberi incontrano il fiume. Tante Libellule Calopterix Splendens, il volo radente di un Martin pescatore, una Garzetta appollaiata sopra un ramo spiovente sull’acqua. Un preservativo, usato, fra i sassi della massicciata sulla sponda del fiume. Ho fatto alcune considerazioni sulla biodegradabilità del lattice, poi… l’ho vista: la rosa era a un paio di metri, anche lei buttata fra i sassi. Una rosa, di quelle col gambo ripulito dalle spine e tagliato con cesoie all’estremità, una rosa acquistata da un fioraio per un regalo e non poteva essere un caso che fossero lì assieme, nello stesso luogo, il preservativo e la rosa. Ho pensato ad un incontro di corpi e di cuori, forse solo epidermico o forse molto importante per i protagonisti che l’hanno vissuto. Con tutta la cura del caso ho preso la rosa e l’ho messa vicino al preservativo, adagiandola più o meno nella stessa posizione in cui l’avevo notata. Mentre componevo l’immagine mi dicevo che in qualche modo stavo ricostruendo una piccola e breve storia d’amore, comunque la si voglia intendere. Immaginando come quei due si fossero trovati, magari in un tardo pomeriggio di alcuni giorni fa… forse due ragazzi che hanno celebrato il loro amore. O forse due adulti che hanno scelto questo rifugio di natura per incontrarsi lontano dalle loro rispettive famiglie. La rosa era un preludio? O celebrava una ricorrenza? O è stato un dono per farsi perdonare qualche cosa? Evidentemente in quest’ultimo caso la cosa ha funzionato, nel senso del perdono… Vabbè. Fatte le foto ho rimesso la rosa là dove era stata gettata, la prossima piena del fiume la trasporterà via.
Fa già caldo, la garzetta è sempre là e le libellule continuano i loro voli sull’acqua.
Ma chissà perché poi, lei o lui che sia, la rosa non se l’è tenuta?
A walk in the woods, as far as the trees meet the river. Lot of Dragonflies Calopterix Splendens, the grazing flight of a Kingfisher, a Little Egret perched on a sloping branch on the water. A condom, used, among the stones of the ridge on the river bank. I made some considerations on the biodegradability of latex, then … I saw it: the rose was a couple of meters away, also thrown among the stones. A rose, of those with the stem cleaned of thorns and cut with shears at the end, a rose purchased by a florist for a gift and it could not be a coincidence that the condom and the rose were there together in the same place. I thought of a meeting of bodies and hearts, perhaps only epidermal or perhaps very important for the protagonists who lived it. With all the care of the case I took the rose and placed it next to the condom, laying it more or less in the same position in which I had noticed it. As I was composing the image I told myself that somehow I was reconstructing a small and short love story, however we want to understand it. Imagining how those two had found each other, perhaps in a late afternoon a few days ago … maybe a young couple who celebrated their love. Or maybe two adults who have chosen this refuge to meet away from their respective families. Was the rose a prelude? Or celebrated an anniversary? Or was it a gift to make up for something? Evidently in this last case the thing worked, in the sense of forgiveness … Oh well. After taking the photos I put the rose back where it had been thrown, the next flood of the river will carry it away. It’s already hot, the Little Egret is still there and the Dragonflies continue their flights over the water.
But who knows why, whoever of the two, didn’t keep the rose?